Fondata la Regione dei Nebrodi

Della nuova Regione a Statuto fantasmagorico fa parte pure Gioiosa Marea. Saranno cambiate la lingua e la moneta
La Regione dei Nebrodi è ormai quasi realtà e quando l’ultimo ‘siciliano’ di Gioiosa Marea (che di tale regione fa parte) sarà dipartito non ci saranno più ‘siciliani’ ma solo ‘nebrodiani’ o ‘nebrodensi’. Anche la moneta non sarà più l’euro ma il “tarallo nebrodensis”, recante le effigi di Dionisio, Apollo ed Eracle. Con un ‘tarallo nebrodensis’ si potrà comprare un ‘crastus variegatus’, un cerbiatto geneticamente modificato, un daino o una lavabiancheria (ad energia eolica). La lingua parlata sarà un misto di sanfratellano e aluntino, eccetto per i nomi propri di persona che dovranno essere di derivazione ellenistico-romana. Non sarà più possibile chiamarsi Nunzia o Peppino ma Agnese (dal greco agnos, casta e pura) o, per un appassionato di canoa, Remigio (dal latino Remigius, vogatore). L'emblema non sarà una lupa ma una maialina nera che allatta. La Regione dei Nebrodi avrà il suo statuto, il suo codice della strada, il suo codice penale e il suo kamasutra e il suo martirologio. E poiché quello della Sicilia garibaldina è uno Statuto speciale, la Regione dei Nebrodi si darà uno Statuto fantasmagorico. La messa sarà celebrata col rito greco-ortodosso dell’antica Halaesa e sarà ispirata al verbo mettere. Inoltre, per statuto sarà tre volte Natale, sei volte Ferragosto e festa tutto l’anno, anche i muti potranno parlare mentre i soldi già lo fanno. E si farà l'amore ognuno con chi gli va, senza grandi disturbi, fino a una certa età (163 anni). Riguardo alla popolazione qualcuno sparirà, ma resteranno sempre i troppo furbi e i cretini di ogni età. Vedi caro amico cosa si deve inventare…? Un canto risorgimentale riferendosi all’unità d’Italia diceva: "E’ o non è nu fattu stranu? / Nascivi 'n Sicilia e sugnu 'Talianu".

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