La “Formula 3” oltreché una categoria agonistica in automobilismo è il gruppo ‘storico’ che accompagnò Lucio Battisti dal vivo, in dieci concerti. Nata nel 1969, come espressione italiana del cosiddetto rock “progressive”, ne fecero subito parte Alberto Radius, Tony Cicco e Gabriele Lorenzi, con una innovativa formula (almeno per l’Italia), a tre, da cui il nome: “Formula 3”. La loro musica cercava di andare oltre il beat e la sua ‘ingenuità’ neo melodica, dando luogo a sonorità ibride, tra rock progressivo e hard rock. Ma la caratteristica che maggiormente avrebbe dovuto influenzare la cosiddetta ‘forma canzone’ sarebbe consistita nell’inserimento (nella semplice canzone) di liberatori ed espressivi interventi solistici, ai limiti della jam session (tanto per intenderci). Del resto, con una chitarra come quella di Alberto Radius, costruita (e abilmente suonata) per le jam session (per cui Radius manifesta grande passione)… Forse fu questa contaminazione tra melodia ed esplosione elettrica a colpire Battisti, che non solo divenne loro produttore ma li scelse come gruppo accompagnatore per le sue uniche esibizioni in pubblico: dieci in tutto.
Lucio Battisti da poco aveva fondato l’etichetta discografica Numero 1, con Mogol, e mise su vinile il primo lavoro della Formula 3, inaugurando la nuova etichetta: il 45 giri fu Questo folle sentimento, autori la stessa coppia Battisti-Mogol.
Nel ’71 vanno a Sanremo con “La folle corsa”, quindi mettono in onda canzoni divenute cult come “Sole giallo sole nero” e “Eppur mi son scordato di te”.
Il gruppo si scioglie nel ’74 e si ricompone nel ’90, per dare luogo ad una ferrata raccolta de i più importanti successi di Lucio Battisti, tra cui “Non è Francesca”.
Nel ’92 ritorno a Sanremo con “Un frammento rosa” e nel ’94 ancora Sanremo, con “La casa dell’imperatore”.
La Formula 3 è oggi formata da Tony Cicco (batteria e voce), Alberto Radius (chitarra) e Ciro Di Bitonto (tastiere).
A San Giorgio di Gioiosa Marea il 21 AGOSTO i FORMULA 3 hanno mangiato bene (detto da loro), sono stati accolti benissimo da un pubblico numeroso e appassionato, hanno suonato da onesti professionisti dietro la promessa di un “Omaggio a Lucio Battisti” che non ci è sembrato troppo ‘omaggiante’ e per qualche verso neppure troppo appassionato.
Si sono visti 3 professionisti smaliziati, capaci di giocare con le più belle canzoni di Lucio Battisti e Mogol (il secondo cognome Rapetti, allora non gli era stato sancito dallo Stato), ma non di celebrarlo con qualche bella citazione, qualche sottile aneddoto dei bei tempi trascorsi insieme.
Svogliati al punti da non rivelarci un piccolo frammento dell’umanità artistica e personale di Lucio; un idillio di serali bicchierate o incazzato rie. Niente, solo qualche autoreferenziale citazione, quasi che fossero stati loro a scegliere Battisti come cantante per qualche serata in balera.
Niente jam session da parte di Alberto radius e niente espansione liberatoria delle canzoni. Per un momento si è avuta l’impressione che al microfono ci fosse un epigono di Gegè Di Giacono quando imbastiac qualche canzone di Renato carosne e per pudore la rendeva un po’ umoristica, raffazzonata ma estremamente dignitosa, malgrado tutto. Un concerto (di professionisti, in particolare) è come la messa. Non la si può dire tanto per dirla!
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