“Posso capire la commercializzazione di tutto, tenendo conto che le coste italiane alimentano una delle più forti industrie del nostro Paese: il turismo. Ma salvaguardare le bellezze naturali lasciandole il più possibile intatte può sicuramente attrarre un altro tipo di turismo. Purtroppo siamo talmente abituati allo stravolgimento del paesaggio che quasi non ci facciamo più caso. Mia moglie, nata in una cittadina della Sicilia, San Giorgio di Gioiosa Marea, ci è tornata insieme a me dopo molti anni di lontananza. Il posto era talmente mutato che non ha riconosciuto niente di quello che un tempo le era familiare e ha vissuto un momento di curioso estraniamento”.
Questo è ciò che scrive il grande compositore Ennio Morricone, la cui moglie, Maria Travia, è originaria di S. Giorgio di Gioiosa Marea, come ormai risaputo, essendovi nata il 31 dicembre 1932, da Salvatore e Francesca Biagia Salmeri. Perdonate se per questo vi rimando alla pagina web http://www.mimmomollica.it/index_file/Page1289.htm.
Angela e l'acido muriatico
Oggi Angela Salmeri acquisisce un merito inestimabile, essendosi resa artefice di un simile lavoro editoriale. Ciò la renderà ‘immortale’ (meglio immortale che immorale) e lascerà una memoria, un segreto taumaturgico alla comunità. (Per favore, leggete l’articolo di Walter Veltroni in questo stesso blog). Nessuno potrà più uccidere Angela, neppure la politica quando sarà (anche solo per biechi livori personali) contro di lei. Neppure quando insani sentimenti, quando la bassezza, l’avranno resa destinataria di antipatie e dileggio. Prima di Angela Salmeri, Peppino Alibrandi ha preso a cuore le sorti della Tonnara di S. Giorgio ed ha scritto molto, moltissimo: “La testa del Dragone” (Pungitopo) è solo uno dei lavori di Alibrandi che ha sbraitato, sofferto, accusato e lanciato allarmi ed accuse. Ma ben per lui che vive a Parma (da molti anni) e si è sbiadito da solo, per lontananza. Si è dissolto nell’acqua del nord e non nell’acido muriatico, come il piccolo Giuseppe Di Matteo, per mano del politico ed ex boss Giovanni Brusca. Ma nei paesi li sciolgono nell’acido per molto meno e più di sovente.
Così come nell’acido è stata sciolta la Tonnara di S. Giorgio e “Le voci della Tonnara” (che stasera saranno riproposte dal gruppo "Supra Linea") sono rimaste impagabili testimonianze di epoche di lustri e di fame, di nobiltà e miseria: un cercare il sangue per nutrirsi, per nutrire, per sostentare la famiglia. A terra, tutt’oggi, si cerca il sangue, si trasfigurano le persone, si sciolgono nell’acido dell’odio, del livore, del ‘contropartito’ per sete di potere, per avidità, per arricchimento personale, per gioco perverso. “Le voci della Tonnara” rivivono per la passione e l’amore di Angelo Accordino e del suo gruppo teatrale ed umano, essendo stato egli grande estimatore di quei luoghi ed altrettanto grande animatore ("ucciso sui monti di Trento con la mitraglia, direbbe De Andrè"). Perdonate Stefano, Peppino, etc, se non chiarisco pure i vostri nomi (e cognomi) ma se non siete stati sciolti nell’acido siete anche solo sbiaditi nella mia memoria. Coraggio, nessun timore, Angelo Accordino non nuoce più e tra qualche decennio l’avremo dimenticato. Risparmiamo l’acido, ce n’è tanto bisogno…. (La foto della tonnara è tratta da: http://villettavacanze.altervista.org/images/lungomare2.jpg)
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