Gioiosa M.: che fine ha fatto la lettera del Prefetto?

(Gioiosa M. - 17.09.08) - A torto, molto spesso, vengo interrogato su argomenti fra i più disparati perché molti mi ritengono una persona “ informata dei fatti” o ancor peggio non certo per me, una persona con cui si può parlare per informarla delle malefatte che spesso i deboli subiscono o che pensano potrebbero subire, a loro volta.In questi ultimi giorni siamo tartassati da notizie, per molti, me compreso incomprensibili, in cui si paventano pericoli: “Bisogna pagare l’Ato?, chi deve pagare, noi, i sindaci, devono pagare anche quelli che hanno fatto ricorso?, cosa deve fare chi ha vinto il ricorso”? I sindaci, o ancor meglio il partito dei sindaci (nuova aggregazione qualunquistica cui, indipendentemente dalla loro provenienza appena eletti i sindaci dicono di appartenere) annusato il pericolo entrano in campo. Molti o quasi tutti consiglieri comunali e sindaci si sono dimenticati quando, molto spesso all’unanimità, hanno consegnato il servizio alle nascenti Ato senza porsi alcun problema, giustificando la loro scelta contrabbandandola per un fatto dovuto.Tanti hanno beneficiato di assunzioni di parenti, cugini, amanti, pochi e più eletti hanno avallato scelte di consiglieri di amministrazione e di presidenti, vicini al loro partito o al referente politico a loro vicino, molti e ribadisco molti, hanno disatteso l’invito del Prefetto di Messina di indire consigli comunali sull’argomento aperti ai cittadini.Dopo l’occupazione della sala consiliare del comune di Patti, io c’ero, per placare gli animi ed i focolai di ribellione, supportate dalle più serie associazioni di consumatori, si attivavano chiedendo legalità ed equità. Ho letto la lettera che il prefetto di Messina ha inviato a tutti i sindaci del territorio ricadenti nell’Ato di nostra competenza e non ho notizie se l’invito a Gioiosa Mare a ha avuto un seguito. Sono sicuro che ancora una volta l’eventuale silenzio” dovrà essere interpretato come una pausa di riflessione da parte di chi non ha il coraggio del confronto”. Raffaele Ianniello

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