Gioiosa Marea, 5 ottobre 2008 - Oggi, dopo avere ascoltato la rassegna stampa, come spesso faccio, sono uscito di casa per andare a comprare qualche quotidiano. Mi frullava per la mente la triste notizia, appena ascoltata, della morte del povero bambino di 9 anni sbranato da cani randagi, in provincia di Benevento. Abito alla Marina ed appena varcata la soglia del cancello trovo, come spesso succede, tre cani con collare rosso, accovacciati a terra che mi guardavano, come fanno tutte le volte che li incontro. Come a volermi salutare… Solo che (e non lo nascondo) stamattina ho provato qualcosa che non non mi era mai successo di provare incontrando “cani”. Ho avuto paura, anche se lo sguardo degli animali era quasi sicuramente lo stesso che conosco da tempo. Ma oggi ho avuto paura. Mi vergognavo per l’insicurezza che traspariva dagli stessi passi che mi separavano dalla mia macchina, parcheggiata al solito posto, e finalmente dopo essermi barricato dentro l’auto mi sono sentito al sicuro. Mi chiedo e chiedo se è possibile che si debba aspettare che ci scappi il morto per porsi il problema. Dopo le curriculari lacrime a Campanaro, per lasciare esattamente tutto come prima? Esistono delle disposizioni di legge che regolamentano la nostra convivenza coi randagi? Avete mai sentito parlare di vaccinazioni, di guinzagli e di museruole? Chi ha l’obbligo di vigilare ed intervenire? Con il vostro menefreghismo, non ci resta che piangere! Raffaele IannielloSEICENTOMILA RANDAGI E NORME INAPPLICATE
ROMA, 5-10-2008 (Ansa) - Sono circa 600 mila cani di "strada", di cui solo un terzo ospitati nei canili rifugio, e sarebbero 1.650 i comuni italiani 'fuorilegge' che non hanno un canile comunale o una convenzione con un canile consortile o gestito dall'Asl o con un canile rifugio, dove ricoverare i cani abbandonati e randagi. (leggi tutto)
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