La Tonnara
Ha imparato a malapena a scrivere il proprio nome
ma la politica l'ha elevato a titolare di diploma
L'Onorevole faccendiere, sbronzo di potere
ha sbancato e scaricato dai magazzini sul prato
i resti della storia millenaria della tonnara
L'arroganza di questa politica perde la civiltà
e riporta l'umanità ai primordi, nelle caverne
Ogni primavera, la ciurma spingeva a forza di schiena
le barche nere, dagli edifici di cemento e li allineava
ai margini del prato per essere calafatate ed impeciate
Collocate a mezza costa ricevevano i mestieri riordinati
e trasferiti sulla spiaggia che la stagione maturasse
La pesca del tonno si protraeva fino a mezza estate
e rientrava nel ricovero, al riparo dell'inverno
La tonnara ricuciva la speranza di ogni famiglia
e nei ragazzi creava, l'attesa giocosa dell'evento
I pescatori del villaggio e viciniori, il resto dell'anno
s'arrangiavano a pescare sotto costa e qualche
padrone di barca calava " conzi e nasse " ma il pescato
non bastava a pagare l'esca coi marosi a bocca aperta
Le donne aspettando, pregavano il Santo e la Madonna
ma la barbarie politica ha ammazzato la tonnara
Piegato sul fianco, coperto di sabbia e spine
il Capo Rais boccheggia ma non s'arrende, anzi
incita alla resistenza, barche e palischermi
L'ordine imperativo è fronteggiare la tempesta,
di dare" filu i torciri a sti cani " senz'arte
Il Santo Protettore ha perduto ogni vestigia ed ingabbiato
nella cornice di cemento, a cavallo sulla facciata bianca
delle case – vacanza, mira le pietre del mosaico che lo raffigura
lasciando che gli scheletri della tonnara scompaiano nella sabbia
Il drago ha vinto la spada ed ubriaco erutta e scoreggia
L'ombra rinsecchita di un albero di palma, millenario
è rimasto a guardia e si staglia nel mezzo delle macerie
del palazzo baronale sventrato e lancia occhiatacce
e grida malanova, al braccio della grù che si dondola
al vento aspettando che l'Ente firmi il compromesso,
perda la memoria del vincolo e cancelli la storia marinara
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