Mille firme per dire no al mega-porto di San Giorgio

25 genn. 2009 - Una delle spiagge più ampie del litorale cancellata per sempre. Una serie di edifici in cemento armato a pochi passi dal mare. Spazi verdi, aree sportive e socio-ricreative eliminate. Un traffico di veicoli insostenibile per le strette stradine del paese. Il tutto con un aumento dell’occupazione minimo, di non più di 18 lavoratori. Potrebbero essere queste le conseguenze della realizzazione del porto di San Giorgio di Gioiosa Marea, un approdo privato riservato ai possessori di imbarcazioni da diporto. A denunciarlo è il comitato civico “Porto di S. Giorgio”, che si è costituito per mettere in discussione i progetti presentati per la costruzione dell’opera. E che ha già raccolto circa mille firme tra residenti e proprietari di immobili nella località balneare, i quali si oppongono a quella che potrebbe diventare una delle tante “cattedrali nel deserto” della Sicilia. Mega opere rimaste corpi estranei al territorio, sorte in aree con scarse vie di comunicazione, con un enorme costo ambientale e un ridottissimo vantaggio economico per la popolazione locale.

Il porto-canale di San Giorgio occuperebbe un’area di oltre 130 mila metri quadrati, ricavati, in gran parte, sbancando l’arenile per tutta la lunghezza del centro abitato. Sopravviverebbe soltanto una sottile lingua di sabbia a nord delle banchine. Essendo privato, lo scalo sarebbe chiuso da recinzioni e utilizzabile solo da chi affitta uno dei circa 570 posti-barca o dai diportisti di passaggio, sul modello del vicino Porto Rosa. I due progetti preliminari sono stati presentati dalle società “Volturno s.a.s.” di Palermo e “J-Log s.r.l.” di Roma, con la richiesta di concessione alla Capitaneria di Porto di Milazzo dei terreni demaniali, rispettivamente per 40 e 35 anni. Il piano definitivo dovrà essere approvato dal Comune di Gioiosa Marea.

Sono queste le principali obiezioni mosse al progetto dal Comitato civico:
“Il porto, così come concepito, determina una netta cesura tra il borgo marinaro e l’arenile, compromettendo in maniera definitiva e irreparabile quel rapporto privilegiato e diretto con il mare, che da secoli caratterizza San Giorgio. Tale opera, infatti, insisterebbe su una zona che oggi è liberamente fruita dai cittadini del paese e dai turisti. Essa risulterebbe sproporzionata rispetto al tessuto urbano e ne determinerebbe una notevole compressione, perché il bacino portuale e le strutture connesse occuperebbero tutti gli spazi che finora sono stati la ricchezza e il vanto del paese, utilizzati per attività sportive, socio-ricreative e religiose. La comunità e i turisti sarebbero, così, privati dell’unico spazio vitale, non recuperabile né all’interno del paese, nè sulle ripide colline che vi sono immediatamente addossate”.

“La viabilità, già in difficoltà allo stato attuale, subirebbe un duro colpo. Infatti, via Pola e via Andrea Doria sarebbero intasate dal traffico veicolare (automobili, pullman, veicoli commerciali) e non potrebbero più essere utilizzate come aree pedonali nel periodo estivo. Via Messina, la sola che collega il centro con i quartieri lato monte, subirebbe un collasso, avendo una sezione stradale percorribile appena da due autovetture che si muovono in senso di marcia opposto e un marciapiede molto stretto e in alcuni tratti inesistente. Mentre l’unico sottopassaggio ferroviario è percorribile solo a senso unico alternato. Inoltre, il porto provocherebbe uno stravolgimento radicale dei luoghi, eliminerebbe uno degli arenili sabbiosi più belli della zona e comporterebbe il taglio di alberi e siepi, con un impatto ambientale molto pesante”.

“L’opera si configura come una grande rimessa. Nel piano economico-finanziario si prevede l’affitto annuale e quadrimestrale dell’85 per cento dei posti-barca, mentre solo il 15 per cento è previsto per le imbarcazioni in transito. Quindi, la quasi totalità dei ricavi deriverebbe dall’affitto dei posti-barca e dei parcheggi per le auto. Deludente risulta la potenzialità occupazionale dell’approdo: dal piano appare evidente che viene previsto un organico di soli 13 addetti nel progetto della Volturno e di 18 in quello della J-Log”.

“Nelle varie relazioni si parla della costruzione di unità abitative, strutture ricettive, bar, ristoranti e negozi. Strutture che dovrebbero essere realizzate a pochi metri dal mare, senza rispettare la legge regionale 78/76, che prevede il vincolo di inedificabilità assoluta in una fascia di 150 metri dalla battigia”.

I membri del Comitato si oppongono alla costruzione dell’approdo così come prevista nei progetti finora elaborati. Ma non si dicono contrari in linea di principio a qualsiasi opera infrastrutturale che possa servire a promuovere lo sviluppo economico di San Giorgio: “Siamo favorevoli alla realizzazione di una struttura portuale posizionata a ponente del paese, dalle dimensioni e dalle caratteristiche che non stravolgano i luoghi e che consentano una qualità della vita dignitosa ai residenti e un soggiorno gradevole ai visitatori”.

Critiche alla costruzione del porto sono state sollevate anche dal Consiglio regionale di Italia Nostra: “Un’opera così pesante danneggerebbe inesorabilmente quest’importantissima risorsa ambientale e paesaggistica della costa nord della Sicilia, proprio di fronte alle isole Eolie, determinando un sicuro danno economico alle strutture ricettive esistenti e sottraendo alla collettività la fruizione di una notevole porzione di territorio. Un intervento così pesante e invasivo avrebbe inevitabili ripercussioni sul litorale dell’intero golfo di Patti, determinando pericolosi fenomeni di erosione della spiaggia, anche a danno del fragile equilibrio costiero dei laghetti di Marinello”.
L’associazione ha rilevato, inoltre, che “con il nuovo progetto verrebbe ad essere eliminato l’asse viario che costeggia attualmente il litorale, vera e propria valvola di sfogo per il traffico veicolare, notevole nei mesi estivi, che verrebbe canalizzato in un’unica strada”. Secondo Italia Nostra Sicilia, non si ravvisa la necessità di realizzare un’opera portuale a San Giorgio, anche in considerazione dell’esistenza di numerosi porti nelle zone limitrofe della provincia di Messina: Capo d’Orlando, Sant’Agata di Militello e Santo Stefano di Camastra a ponente, Porto Rosa, Milazzo, Messina e Giardini Naxos a oriente”.

Gianmarco Santospirito
(ha collaborato Oscar Parasiliti - nuke.pattiweb.it)

1 commento:

  1. ciao .
    da sangiogese di nascia, anche se vivo a Roma, penso che fare un porto anzi un porto canalòe ( che bella parola) rovinerebbe la bellezza del luogo.
    BISOGNA IMPEDIRE LA SOLA IDEA CHE SI POSSA REALIZZARE.Meno male che ancora c'è gente che pensa e che a iniziato a raccogliere le firme. A fine mese cercherò di dire la mia di persona.
    Modica marcello

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