GIOVANNI ARDIZZONE SORPRENDENTE: “LE SUE PAROLE SONO UNA PUGNALATA ALLA SICILIA”

Messina, 07/12/2012 - L’Associazione culturale “LA SICILIA AI SICILIANI” è rimasta sorpresa delle prime parole espresse dal neo Presidente dell’ARS Giovanni Ardizzone. Le sue parole sono una pugnalata alla SICILIA e a un popolo sempre più massacrato da una miopia acuta dei propri rappresentanti politici.
“Il primo messaggio ai siciliani l’ho lanciato già in aula, bisogna cambiare non c’è più regionalismo di retroguardia. Bisogna lavorare nell’interesse dei siciliani sapendo che abbiamo una grande esperienza.
La Sicilia può dare molto, basta con rivendicazioni assurde, quest’aula può e deve lavorare indipendentemente da tutto” ha declamato Ardizzone. Che ha esortato a rivedere lo Statuto, eliminando quelli che per lui sono i rami secchi. Come l’Alta Corte.
Dal nostro punto di vista intendere l’ALTA CORTE come un ramo secco da tagliare è il primo passo verso la fine di una autonomia che ad OGGI è stata applicata solo per interessi personali e nazionali.

Ma spieghiamo semplicemente cosa è, o meglio era, l’Alta Corte.
E’ regolamentata dall’articolo 24 dello Statuto Siciliano, che prevede la nomina di sei membri e due supplenti, oltre il Presidente ed il Procuratore generale, nominati in pari numero dalle Assemblee legislative dello Stato e della Regione, e scelti fra persone di speciale competenza in materia giuridica.
Il Presidente ed il Procuratore generale sono nominati dalla stessa Alta Corte.
L'onere finanziario relativo al funzionamento dell'Alta Corte è ripartito egualmente fra lo Stato e la Regione.

L'Alta Corte giudica sulla costituzionalità (art.25):
a) delle leggi emanate dall'Assemblea regionale;
b) delle leggi e dei regolamenti emanati dallo Stato, rispetto al presente statuto ed ai fini della efficacia dei medesimi entro la Regione.
Detto con una metafora calcistica il ruolo dell’Alta corte è/era quello di arbitro tra le controversie che potrebbero nascere tra lo Stato Italiano e la Regione Siciliana, in quanto il nostro Statuto, a differenza degli altri, è basato su un accordo pattizio tra Regione e Stato, in quanto è stato recepito e non concesso.

Peccato, però, che la Corte Costituzionale con la sentenza n. 38 del 1957, essendo chiamata a risolvere alcuni contenziosi tra governo e regione siciliana, ha stabilito che l’Alta Corte, prevista dallo statuto dell‘autonomia, era costituzionalmente illegittima e che le sue funzioni dovessero essere svolte dalla Consulta.
Con questa mossa si è tolto ai siciliani uno strumento di difesa a vantaggio di altri interessi, in quanto a dirimere le controversie tra Stato e Regione sono solo giudici nominati da ROMA con i risultati che da più di 50 anni subiamo.
Infatti, rimanendo sempre in tema calcistico, oggi a fungere da arbitro tra le controversie tra Stato e Regione è la Corte costituzionale, come se ad arbitrare una partita tra Milan-Juventus fosse il presidente della squadra ospite.
Forse questo dovrebbe farci riflettere ed avere più chiaro perché in Sicilia la benzina la paghiamo più cara rispetto al resto del Paese, anche se ne siamo produttori e raffinatori, o perche le tasse che dovrebbero rimanere in Sicilia con l’applicazione dell’art. 37 poi invece “evaporano” a Roma.

Ricordiamo anche al nostro Presidente che i tagli si potrebbero attuare applicando il nostro Statuto, vedi ad esempio l’abrogazione delle province come previsto dall’articolo 15.

Ma poi negli anni ’70 i “nostri politici” cosa fanno?
Per aggirare lo Statuto istituiscono le “Province Regionali” aumentando la burocrazia e i costi a carico di noi cittadini per avere in cambio un servizio…pessimo.
Tra tagliare i rami secchi dello Statuto o i politici marci noi preferiamo sicuramente la seconda.
Rivisitazione dello Statuto?
Si, ma naturalmente passando dall’Alta corte.
Per questo, ma anche per altri motivi, Presidente le chiediamo un incontro, anche pubblico, per un confronto costruttivo per la nostra amata terra.
Il compito dei cittadini è anche quello di intervenire in maniera attiva nella vita politica regionale, perché abbiamo constatato sulle nostre spalle cosa significa conferire deleghe in bianco a una certa classe politica.

Il Consiglio Direttivo
La Sicilia ai siciliani


Messina, 7/12/2012

Il Presidente
Salvatore Mangano

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