Fu Giovenale a coniare questo sistema, meccanismo di potere influentissimo sulle masse romane. Letteralmente "pane e giochi" era la formula del benessere popolare e quindi politico: distribuzione di generi alimentari, bagni e terme pubbliche da un lato, gladiatori, belve esotiche, corse coi carri, competizioni sportive e rappresentazioni teatrali dall'altro lato. Un vero strumento in mano agli Imperatori per sedare i malumori popolari; attrarre e mantenere il consenso ma, ancor più specificatamente, per distogliere l' attenzione dei cittadini dalla vita politica in modo da lasciarla solo alle elitè. Con intenzione simile, si è usata l'espressione "Feste, farina e forca" per definire la vita nella Napoli del periodo borbonico, in cui all'uso di feste pubbliche e di distribuzioni di pane si accompagnava la pratica di numerose impiccagioni pubbliche.
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