La rivolta del 'Sette e mezzo', on. Roberto Corona

Assemblea Regionale Siciliana
Gruppo Parlamentare PDL
on. Roberto Corona

COMUNICATO STAMPA DEL 18 SETTEMBRE 2008

Anniversario rivolta del Sette e Mezzo
Mozione di Roberto Corona:
“La Storia siciliana sia nei programmi scolastici”

“È tempo che i momenti cruciali della Storia della nostra regione siano inseriti nei programmi scolastici”. Questo il succo di una mozione presentata oggi dal deputato del Pdl, Roberto Corona, proprio nei giorni in cui cade l’anniversario della cosiddetta Rivolta del Sette e Mezzo, quando i siciliani combatterono aspramente per le strade di Palermo contro le truppe sabaude, nel 1866, cinque anni dopo l’unificazione del Regno savoiardo.
L’atto di indirizzo, del quale Corona e primo firmatario e che viene controsiglato da altri venti deputati della maggioranza all’Ars, impegna il Governo “a rompere la congiura del silenzio e a metter fine al colonialismo culturale nei confronti della Sicilia”, attraverso la revisione dei programmi scolastici che “finalmente, non più tracurino lo studio di quei fatti che hanno costruito il nostro passato e la cui conoscenza è essenziale per comprendere il presente, specialmente oggi che la riforma federalista è alle porte”.
La rivolta del 1866 – provocata dalle reiterate vessazioni piemontesi nei confronti dei siciliani, dalla loro crescente miseria indotta da nuove tasse e balzelli, da obblighi prima sconosciuti come quello della lunga ferma di leva obbligatoria – si accese il 16 settembre e fu un vero e proprio tentativo di rivoluzione nazionale siciliana, prima che fosse soffocata nel sangue di migliaia di insorti dal generale Luigi Cadorna, esattamente sette giorni e mezzo dopo il suo scoppio.
La Mozione di Corona invita l’esecutivo regionale a intervenire anche presso il Municipio di Palermo perché una piazza o una via importanti della città sia intitolata al Sette e Mezzo “a memoria di tutti quei siciliani morti in nome di una democrazia che la nobiltà corrotta e mafiosa di quegli anni negava a un’Isola già da allora trattata quale territorio di confine coloniale”.

Palermo, 18/09/2008
l’ufficio stampa

XV Legislatura
ARS Repubblica Italiana
ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA
Gruppo Parlamentare PDL
Mozione

L'ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA
PREMESSO : che tra il 16 ed il 22 Settembre del 1866, a Palermo e nel circondario, si sviluppò la grande sommossa popolare che sarebbe stata denominata "RIVOLTA DEL SETTE E MEZZO" una violenta dimostrazione e battaglia antisabauda, avvenuta al termine della Terza guerra d'Indipendenza, organizzata da partigiani borbonici, garibaldini delusi, réduci dell'esercito meridionale e repubblicani che insieme formarono una giunta comunale. Che tra le cause vi erano la crescente miseria della popolazione, l'integralismo dei funzionari statali sabaudi, che consideravano quasi barbari i siciliani, le pesanti misure poliziesche ed i vessatori balzelli introdotti. Che fu la sacrosanta reazione di quella parte sana della Sicilia che, caduta nelle mani di una nobiltà corrotta e mafiosa, tentò di riscattarsi con le proprie forze da quella dittatura feroce e senza scrupoli chiamato Regno d'Italia. Considerato che: Il Governo italiano, proclamò lo stato d’assedio ed adottò, nei confronti dei Siciliani, procedure repressive di sapore colonialista. Furono infatti effettuate rappresaglie, tra le quali ricordiamo quella a seguito della “rivolta dei Cutrari” che portò alla fucilazione di numerosi innocenti (una donna di 30 anni cieca, un sacerdote, una contadina di 70 anni ed una bambina di nove anni), persecuzioni, violenze, torture ed esecuzioni sommarie, spesso senza alcun processo. In gran parte, comunque, documentate e sopravvissute alla censura.
Verificato che: Si contarono, alla fine, a migliaia le vittime di palermitani desiderosi di libertà e di democrazia; Ritenuto che:
Quella rivoluzione "nazionale" siciliana non è ricordata nelle scuole e neppure nella toponomastica cittadina ed è stata "rimossa" dalla Cultura Ufficiale. Convenuto che: I siciliani sono sempre stati protagonisti della vita politica del Paese tant’è che anche in quella occasione vennero considerati veri rivoluzionari legati ad un ideale politico e ad una giusta causa per costruire una Repubblica Italiana libera e democratica. IMPEGNA Il GOVERNO DELLA REGIONE Ad avviare iniziative tendenti a sviluppare nelle scuole della regione lo studio della storia siciliana anche per rompere , finalmente, la congiura del silenzio e mettere fine al colonialismo culturale nei confronti della nostra Sicilia.
A chiedere al comune di Palermo di inserire nella toponomastica cittadina una piazza che ricordi l’eccidio del 1866 meglio conosciuto come “la rivolta del sette e mezzo”.

on.le Roberto Corona

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