Gioiosa Marea, 30 settembre 2008 - Credi che stavolta faranno un referendum in piazza: chi è pro Amministrazione vota ‘non casca’, chi è contrario vota ‘casca’? Boh, tanto seria non mi pare la cosa, ma non ci sarebbe da stupirsi. Immaginiamo i cittadini di Gioiosa Marea sugli spalti virtuali di Capo Skino, dove si gioca la partita della frana, a reti inviolate: 0 a 0. Anche se tanto zero a zero non è, visto che alcuni dati oggettivi (goal) non mancano: 1) ci sono già state precedenti frane, in quel punto 2) la penultima si è abbattuta sulla carreggiata e c’è rimasta per sette mesi. Non ha travolto nessuno, ma questo non è merito dei fautori dell’Amministrazione, né demerito dei detrattori: è Celeste benevolenza o casualità, per gli agnostici. 3) L’ultima, recente frana del 27 settembre u. s., che si è abbattuta sulla palificazione nuova di zecca e sulla rete di protezione, ha trattenuto (?), se questo significa che non ha ancora travolto auto di passaggio, visto che la massa franosa preme pericolosamente sulla rete e la palificazione si è vistosamente piegata. Ma ciò non è merito né demerito dell’Amministrazione (che ci paga o non ci paga): è ancora Celeste benevolenza o casualità, per gli agnostici. Tuttavia, se ci fosse partita, se il popolo fremente fosse già sugli spalti, si tratterebbe di un secco tre a zero. Ma che partita sarebbe questa? Sarebbe una partita adatta ad alcuni, degna di alcuni. Come è possibile leggere più sotto, in questo 'scomunicato blog antigovernativo’, a Gioiosa Marea in tempi diversi, e di recente nel 2007 dal Governo Cuffaro, è stato dichiarato lo stato di calamità naturale per dissesto idrogeologico. Ma non è solo da ciò che Gioiosa Marea deve essere considerata a grave e costante rischio, da quel punto di vista. Lo decretano i fatti e lo sancisce la storia. Le frane non vengono commissionate dall’Amministrazione comunale come i fuochi d’artificio a ferragosto e non ne decretano il successo né l’insuccesso della Giunta e dei suoi interessati accoliti. La presenza dei Vigili del Fuoco ieri sera è certamente un sintomo di pericolo. Se a Patti, lo scorso anno, li avessero interpellati per tempo mentre si scatenava l’inferno di fuoco che provocò tanti morti, in prossimità del Rifugio del falco, non sarebbe stata una sconfitta. La sconfitta è stata non intervenire prima. Non dimentichiamo che il sindaco di Patti, Venuto, nell’occasione fu il più tempestivo nell’invocare i soccorsi. E non vogliamo immaginare che in quel caso ci fossero fautori e detrattori dell’incendio in atto. Così come non immaginiamo affatto che il sindaco di Gioiosa Marea dorma sonni tranquilli, che sia disinteressato ai gravi pericoli incombenti. Neanche per idea. Lo abbiamo scritto in questo 'scomunicato blog antigovernativo’ e non finanziato in alcuna forma: Ignazio Spanò è stato il primo sindaco di Gioiosa Marea ad istituire una strada alternativa che non fosse quella di Galbato, ma non basta. Questo ‘gioco’ ignobile - tuttavia - non apparterrà mai alla cittadinanza gioiosana, di cui ci sentiamo parte, gente troppo seria, troppo intenta a lavorare per portare avanti le loro famiglie. Troppo pulita moralmente per gettarsi nel fango...
Frana SS 113, un intelligente referendum
Gioiosa Marea, 30 settembre 2008 - Credi che stavolta faranno un referendum in piazza: chi è pro Amministrazione vota ‘non casca’, chi è contrario vota ‘casca’? Boh, tanto seria non mi pare la cosa, ma non ci sarebbe da stupirsi. Immaginiamo i cittadini di Gioiosa Marea sugli spalti virtuali di Capo Skino, dove si gioca la partita della frana, a reti inviolate: 0 a 0. Anche se tanto zero a zero non è, visto che alcuni dati oggettivi (goal) non mancano: 1) ci sono già state precedenti frane, in quel punto 2) la penultima si è abbattuta sulla carreggiata e c’è rimasta per sette mesi. Non ha travolto nessuno, ma questo non è merito dei fautori dell’Amministrazione, né demerito dei detrattori: è Celeste benevolenza o casualità, per gli agnostici. 3) L’ultima, recente frana del 27 settembre u. s., che si è abbattuta sulla palificazione nuova di zecca e sulla rete di protezione, ha trattenuto (?), se questo significa che non ha ancora travolto auto di passaggio, visto che la massa franosa preme pericolosamente sulla rete e la palificazione si è vistosamente piegata. Ma ciò non è merito né demerito dell’Amministrazione (che ci paga o non ci paga): è ancora Celeste benevolenza o casualità, per gli agnostici. Tuttavia, se ci fosse partita, se il popolo fremente fosse già sugli spalti, si tratterebbe di un secco tre a zero. Ma che partita sarebbe questa? Sarebbe una partita adatta ad alcuni, degna di alcuni. Come è possibile leggere più sotto, in questo 'scomunicato blog antigovernativo’, a Gioiosa Marea in tempi diversi, e di recente nel 2007 dal Governo Cuffaro, è stato dichiarato lo stato di calamità naturale per dissesto idrogeologico. Ma non è solo da ciò che Gioiosa Marea deve essere considerata a grave e costante rischio, da quel punto di vista. Lo decretano i fatti e lo sancisce la storia. Le frane non vengono commissionate dall’Amministrazione comunale come i fuochi d’artificio a ferragosto e non ne decretano il successo né l’insuccesso della Giunta e dei suoi interessati accoliti. La presenza dei Vigili del Fuoco ieri sera è certamente un sintomo di pericolo. Se a Patti, lo scorso anno, li avessero interpellati per tempo mentre si scatenava l’inferno di fuoco che provocò tanti morti, in prossimità del Rifugio del falco, non sarebbe stata una sconfitta. La sconfitta è stata non intervenire prima. Non dimentichiamo che il sindaco di Patti, Venuto, nell’occasione fu il più tempestivo nell’invocare i soccorsi. E non vogliamo immaginare che in quel caso ci fossero fautori e detrattori dell’incendio in atto. Così come non immaginiamo affatto che il sindaco di Gioiosa Marea dorma sonni tranquilli, che sia disinteressato ai gravi pericoli incombenti. Neanche per idea. Lo abbiamo scritto in questo 'scomunicato blog antigovernativo’ e non finanziato in alcuna forma: Ignazio Spanò è stato il primo sindaco di Gioiosa Marea ad istituire una strada alternativa che non fosse quella di Galbato, ma non basta. Questo ‘gioco’ ignobile - tuttavia - non apparterrà mai alla cittadinanza gioiosana, di cui ci sentiamo parte, gente troppo seria, troppo intenta a lavorare per portare avanti le loro famiglie. Troppo pulita moralmente per gettarsi nel fango...
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