Gioiosa M.: qua si campa d'aria?

Lo stato di calamità viene chiesto a tutela dei cittadini. Gioiosa Marea avrebbe diritto a sostegni economici consistenti
Brolo fa sapere, tramite la stampa, che sono già stati eseguiti i sopralluoghi della Protezione civile dopo il nubifragio del 26 agosto scorso; il Comune chiede lo stato di calamità, come scrive Pippo Condipodero, corrispondente da Brolo della ‘Gazzetta del Sud’. I sindaci di Pedara ed Acicatena chiedono al presidente Lombardo lo stato di calamità, come possiamo leggere in un comunicato dell’ufficio stampa della Regione (leggi). Gioiosa Marea avrebbe potuto dare ‘ampi’ segnali in materia di 'danni subiti' in diverse circostanze, a cominciare dalla(e) frana(e) sulla SS 113 al black out dello scorso 14 agosto, sul quale permane il buio fitto. Avrebbe potuto fare molto per 'ripagare' imprenditori e commercianti di Gioiosa Marea degli ingenti danni subiti da questi eventi, che sono 'calamità naturali', a tutti gli effetti. Invece niente, almeno che si sappia… Allora viene in mente una canzone popolare siciliana, portata alla notorietà da Otello Profazio, che per motivi di eccessiva lunghezza sintetizziamo:

Il Sud è nu paese bello assai
Il sole è caldo e non si fredda mai
Il mare è azzurro, verde e sperlucente
Qua non si vide mai roba inquinante.
Siamo genti felici e stracontente
Non abbiamo bisogno mai di niente.

Qua si campa d’aria. Qua si campa d’aria.

Il Sud ha un clima ch’è strabiliante
Bisogni fisiologici per niente
È al Nord che si beve e che si mangia
E c’è bisogno d’evacuar la pancia
Qui invece ve lo dico in confidenza
Non la sentiamo no quest’esigenza.

Qua si campa d’aria. Si campa d’aria, no?

Ma che bisogno c’è di lavorare
Cu stu cielo, sta luna e cu stu mare?

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