Patti, eseguite tre ordinanze di custodia in carcere per appartenenti al clan Bontempo Scavo di Tortorici. Si tratta di giovani di Gioiosa Marea con precedenti specifici. L'accusa è di estorsione Patti, 24 ott - I carabinieri di Patti (Messina) hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del tribunale di Messina nei confronti di Saverio Baratta, 34 anni, già in carcere per altri motivi, Marcello Coletta, 30 anni, e Francesco Papa, 32 anni, ritenuti appartenenti al clan dei Bontempo Scavo di Tortorici (Messina). I tre sono accusati di estorsioni effettuate tra il 2006 e il 2007 nei confronti di alcuni imprenditori dell'area dei Nebrodi. Nella stessa operazione è finito in manette, per coltivazione di droga, Cristian Saggio Scaffidi, 23 anni. 
Quattro i provvedimenti restrittivi emessi dal G.I.P. di Messina Maria Angela Nastasi, su richiesta del Sostituto Procuratore Fabio D'Anna, per reati di estorsione e coltivazione di sostanza stupefacenti nel comprensorio dei nebrodi. Secondo la ricostruzione dei Carabinieri della Compagnia di Patti e del Comando Provinciale di Messina, che hanno effettuato gli arresti, Marcello Coletta e Giuseppe Baratta, pregiudicati, già dal 2006 avevano costretto un imprenditore edile di Gioiosa Marea a versare somme che si aggirano attorno ai 2000 euro. All’inizio del 2007 Giuseppe Baratta era stato arrestato per un altro tentativo di estorsione ad un'altra impresa edile. E sempre nel settore dell’edilizia Marcello Coletta, assieme a Francesco Papa, avevano ‘reclutato’ la prossima vittima, a Patti: richiesta dell’estorsione 5500 euro circa. Quindi, scontata la 
condanna, erano stati scarcerati. Ma Baratta e Coletta, una volta riacquistata la libertà non hanno perso il vizio e assieme a Francesco Papa hanno proseguito imperterriti le azioni estorsive, fatturando ‘regolarmente’; il gruppo - vale a dire - ‘fatturava’ ciò che fatturabile non era, con sistemi fittizi e comunque illeciti. Uno dei due estorti ha fornito collaborazione alle forze dell’ordine mentre l’altro sembra non abbia voluto fare altrettanto ed è stato denunciato per favoreggiamento. Christian Saggio Scaffidi, 20 anni, è - invece - coinvolto nell'azione repressiva dei carabinieri solo per coltivazione di marijuana.
Quattro i provvedimenti restrittivi emessi dal G.I.P. di Messina Maria Angela Nastasi, su richiesta del Sostituto Procuratore Fabio D'Anna, per reati di estorsione e coltivazione di sostanza stupefacenti nel comprensorio dei nebrodi. Secondo la ricostruzione dei Carabinieri della Compagnia di Patti e del Comando Provinciale di Messina, che hanno effettuato gli arresti, Marcello Coletta e Giuseppe Baratta, pregiudicati, già dal 2006 avevano costretto un imprenditore edile di Gioiosa Marea a versare somme che si aggirano attorno ai 2000 euro. All’inizio del 2007 Giuseppe Baratta era stato arrestato per un altro tentativo di estorsione ad un'altra impresa edile. E sempre nel settore dell’edilizia Marcello Coletta, assieme a Francesco Papa, avevano ‘reclutato’ la prossima vittima, a Patti: richiesta dell’estorsione 5500 euro circa. Quindi, scontata la 
condanna, erano stati scarcerati. Ma Baratta e Coletta, una volta riacquistata la libertà non hanno perso il vizio e assieme a Francesco Papa hanno proseguito imperterriti le azioni estorsive, fatturando ‘regolarmente’; il gruppo - vale a dire - ‘fatturava’ ciò che fatturabile non era, con sistemi fittizi e comunque illeciti. Uno dei due estorti ha fornito collaborazione alle forze dell’ordine mentre l’altro sembra non abbia voluto fare altrettanto ed è stato denunciato per favoreggiamento. Christian Saggio Scaffidi, 20 anni, è - invece - coinvolto nell'azione repressiva dei carabinieri solo per coltivazione di marijuana.
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