Nei memoriali del pentito di mafia Vincenzo Calcara (pubblicati da Borsellino sul suo sito e più recentemente riproposti sul blog di Paolo Franceschetti), si parla della presenza in Italia di cinque entità che gestirebbero il potere: COSA NOSTRA, NDRANGHETA, ISTITUZIONI, MASSONERIA e PEZZI DEVIATI DEL VATICANO, legati l’uno con l’altro come se fossero degli organi vitali di uno stesso CORPO. Dietro il copione, oltre alla Baronessa (XVI secolo), vi ritroviamo anche i Beati Paoli (XVIII secolo), il solito Garibaldi (XIX secolo) e la mafia. "... che Garibaldi fosse massone è risaputo. Solo che Garibaldi non sembra appartenesse ad un grado tanto alto. Più pupo che puparo insomma". Neanche a dirlo, la storia si evolve intorno alla classica favola dei Beati Paoli impegnati nella fondazione della onorata società. I Beati Paoli, secondo il racconto dello scrittore Luigi Natoli (1857 - 1941), che scriveva sotto lo pseudonimo di William Galt, originario della provincia di Messina (area di Gioiosa Marea), erano una setta segreta. Ecco cosa dice Wikipedia di Luigi Natoli: "Veniva da una famiglia di ardenti ideali risorgimentali: nel 1860, quando aveva solo 3 anni, sua madre, alla notizia dell'imminente arrivo dei Mille guidati da Garibaldi, fece indossare a tutti la camicia rossa: l'intera famiglia venne arrestata dalle guardie borboniche e portata nella prigione palermitana della Vicaria. Questa famiglia di ardenti risorgimentali proveniva dall'area di Gioiosa Marea, dove basta chiedere in giro per sapere che tra i Natoli si sono annoverati diversi politici repubblicani". (Leggi tutto su: http://www.ilconsiglio.blogspot.com/)
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